Enrico Endrich

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Enrico Endrich

Podestà di Cagliari
Durata mandato17 agosto 1928 –
9 luglio 1934
PredecessoreVittorio Tredici (commissario prefettizio)
SuccessoreGiovanni Cao

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato7 maggio 1972 –
4 luglio 1976
LegislaturaVI
CircoscrizioneSardegna
CollegioCagliari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato4 giugno 1954 –
28 gennaio 1955
LegislaturaII
CircoscrizioneCUN
Sito istituzionale

Consigliere nazionale del Regno d'Italia
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
Membri del Consiglio nazionale del PNF

Dati generali
Partito politicoPNF, MSI
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Cagliari
Professioneavvocato

Enrico Endrich (Meana Sardo, 17 ottobre 1899Cagliari, 5 dicembre 1985) è stato un politico e avvocato italiano, podestà di Cagliari, parlamentare ed esperto d'arte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Meana Sardo, si laurea in legge presso l'Università di Cagliari. Svolge per tutta la vita l'attività di avvocato penalista.

Durante il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo iniziali simpatie sardiste, aderì fra i primi al fascismo come una parte importante dei sardisti. Nel 1928 diventò podestà di Cagliari e durante il mandato rese famoso l'architetto razionalista Ubaldo Badas, facendone suo mecenate con l'assunzione all'ufficio tecnico del comune[1] e commissionandogli le prime opere. Restò alla guida del comune fino al 1934, dimostrando autonomia di giudizio anche nei confronti del governo nazionale: per suo volere, Cagliari fu tra le poche città che non vide sventrato il proprio centro storico in nome del monumentalismo urbanistico perseguito dal regime. Dal 1934 al 1940 fu segretario federale del Partito Nazionale Fascista di Cagliari. Nel 1939 fu consigliere della Camera dei fasci e delle corporazioni.[2][3]

La ribellione di Cosenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal 15 giugno 1943 fu prefetto di Cosenza,[4] incarico che il governo Badoglio gli consentì di svolgere anche dopo la caduta del regime. Dopo l'ingresso in città degli angloamericani avvenuto l'11 settembre fu riconfermato dal Governo militare alleato alla guida della prefettura.

Tuttavia gli aumenti di prezzo sui prodotti alimentari (del riso in particolare), contribuirono al sollevamento popolare, Francesco Misaggi (podestà di Rogliano) il 3 Settembre scriveva: «Eccellenza, non vorremmo accrescere le preoccupazioni che in questo momento gravano sulla Vostra persona, ma non possiamo farne a meno. Abbiamo farina per due giorni; non abbiamo pasta, né riso né olio da distribuire alla popolazione».[5]

Il 4 novembre 1943.[6][7][8] fu cacciato a furor di popolo,[9] dalla rivolta popolare capitanata da Gennaro Sarcone contro il prefetto fascista,[10] nella quale lo stesso Sarcone, si dice, spaccò in testa a Endrich un ritratto di Mussolini.[11] Rimosso dall'incarico dalla AMG e collocato a riposo sia dal governo Badoglio, sia dal governo della Repubblica Sociale Italiana, fu da quest'ultimo richiamato in servizio per interessamento del sottosegretario Francesco Maria Barracu.[7]

L'impegno nel MSI[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra aderì al Movimento Sociale Italiano, per il quale nel 1951 fu consigliere provinciale di Cagliari.

Nel 1953 fu eletto deputato alla Camera nel collegio unico nazionale.[12] Si dimise nel 1955 per protesta dopo che il parlamento approvò il vitalizio per gli ex parlamentari,[13][14] rinunciando così a percepire il vitalizio mediante volontaria perdita del requisito.

Alle elezioni politiche del 1972 fu eletto senatore per il MSI-DN nel collegio Sardegna, fino al 1976.[15] Coerentemente con le posizioni espresse sui vitalizi vent'anni prima, dopo la sua morte la moglie rifiutò la reversibilità.[13][14]

Critico d'arte[modifica | modifica wikitesto]

Esperto d'arte e pittura, fu anche collezionista di opere d'arte. Nel 2008 è stata pubblicata una raccolta di suoi articoli sull'arte.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Gregge e il pastore. Sul fascismo in Sardegna (1923)
  • Diritto del lavoro nella Russia socialista e nell'Italia fascista (1935)
  • Partito, Sindacati e Corporazioni (1936)
  • Lineamenti storici politici e militari della Sardegna (1938)
  • Le vicende del futurismo (1969)
  • Cinquant'anni dopo (1977)
  • Profili d'artisti (1984)
  • Arte e artisti (Janus, Elmas, 2008)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michele Dau, Mussolini l'anticittadino: Città, società e fascismo, LIT EDIZIONI, 24 febbraio 2012, p. 593, ISBN 978-88-6826-870-1. URL consultato il 10 maggio 2019.
  2. ^ Copia archiviata (PDF), su wikilibri.it. URL consultato il 25 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). p 1282
  3. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia. Parte prima, Istituto poligrafico dello Stato, 1940, p. 3429. URL consultato il 10 maggio 2019.
  4. ^ Personaggi Sardi Il Grande Enrico Endrich, su Capoterra R.A.C.. URL consultato il 2 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2012).
  5. ^ Leonardo Falbo, Fascismo e antifascismo in Calabria: il caso di Rogliano, Ed. Orizzonti Meridionali, 1995, p. 110. URL consultato il 25 maggio 2019.
  6. ^ http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Sussidi/Sussidi_2b.pdf pag. 461
  7. ^ a b http://ssai.interno.it/download/allegati1/quaderni_12.pdf pag 110
  8. ^ Leonardo Falbo, Fascismo e antifascismo in Calabria: il caso di Rogliano, Ed. Orizzonti Meridionali, 1995, p. 110. URL consultato il 10 maggio 2019.
  9. ^ Giuseppe Masi, Socialismo e amministrazione nella Calabria contemporanea: (Rosario Naccarato, primo sindicato democratico di Aiello Calabro): 1944-45), Guida Editori, 1987, p. 35, ISBN 978-88-7042-767-7. URL consultato il 10 maggio 2019.
  10. ^ Gloria Chianese, Quando uscimmo dai rifugi: il Mezzogiorno tra guerra e dopoguerra (1943-46), Carocci, 2004, ISBN 978-88-430-3152-8. URL consultato il 10 maggio 2019.
  11. ^ Ubaldo Lupia, Parenti. Tra storia, memoria e cronaca del '900 (1900-1950), Pellegrini Editore, 2006, p. 393, ISBN 978-88-8101-371-5. URL consultato il 10 maggio 2019.
  12. ^ La Camera dei Deputati
  13. ^ a b Un parlamentare si dimise e non volle il vitalizio: fu il missino Enrico Endrich, su Secolo d'Italia, 27 maggio 2015. URL consultato il 3 agosto 2023.
  14. ^ a b Il protogrillino che si dimise contro i vitalizi, su ilGiornale.it, 13 marzo 2013. URL consultato il 3 agosto 2023.
  15. ^ senato.it - Scheda di attività di Enrico ENDRICH - VI Legislatura, su www.senato.it. URL consultato il 3 agosto 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Predecessore Podestà di Cagliari Successore
Vittorio Tredici (commissario prefettizio) 17 agosto 1928 - 9 luglio 1934 Giovanni Cao
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